Stefano Giovacchini

Designer

Stefano Giovacchini è un designer ed un esperto di economia circolare.
Di formazione artistica e appassionato di tecnologia libera, disegna interni ed oggetti dal 2003, mettendo la sostenibilità sempre al centro del suo percorso di progettazione.

Dal 2017 si è dedicato alla ricerca sull’uso di materiali riciclati post-consumo nella manifattura additiva e gli oggetti nati da questo percorso sono stati esposti in diverse mostre internazionali di design.
Dal 2019 è docente di Design per l’Economia Circolare alla School of Sustainability di Milano e nel 2022 ha co-fondato la SMAC - Scuola di Manifattura Additiva di Coreglia Antelminelli.

Da dove nasce la tua passione per il design?

 

La mia è una passione per creare cose, il design, quindi la progettazione, ne è il mezzo. Ho sempre creato oggetti, disegnato, esplorato materiali, fin da bambino. Non è una passione che è nata, ma una predisposizione a giocare con gli elementi, ad associare elementi noti in modo nuovo, creando nuove forme e funzioni.
La mia dedizione al design sostenibile nasce nel 2003, quando ho iniziato a progettare arredi su misura nei miei lavori di interior design esplorando soprattutto il settore del design autoprodotto.
Dal 2009 ho iniziato a collaborare con aziende, disegnando sistemi di illuminazione, sistemi elettronici e furniture.
Dal 2017 mi dedico a tempo pieno al design per l’economia circolare, disegnando oggetti sostenibili inseriti in filiere circolari. Diciamo che l’ultima mia passione è stata il design “Cradle to cradle”, una visione olistica del design intimamente legato al rispetto dell’ambiente ed a processi circolari.

Cosa ispira i tuoi progetti?

La natura, ed i suoi meccanismi. E come la tecnologia la può imitare e riprodurre.
La generazione di una forma nasce dall’imitazione di un processo, di un incontro magico di elementi che si ricombinano in nuove forme.
Capire, studiare ed utilizzare queste alchimie per produrre nuove forme mi affascina molto.
Siamo tutti parte di processi più grandi di quello che pensiamo, mi piace pensare di poterli comprendere meglio, o quantomeno avvicinarmi ad essi, con il mio “fare” quotidiano.

In che modo la cultura italiana ti ha influenzato?

Ho studiato prima al liceo artistico di Lucca, poi all’accademia di Belle Arti di Firenze, due città d’arte nate da una sovrapposizione millenaria di cultura e “saper fare”. Gli studi in design mi hanno portato a conoscere i maestri contemporanei, e direi che quelli che mi hanno maggiormente influenzato sono Ponti, Munari, Castiglioni, Sotsass e Martì Guixè.
Inoltre abbiamo le migliori mostre di design e di arte del mondo, come il Salone del Mobile di Milano e le Biennali d’Arte e di Architettura di Venezia.
Diciamo che vivendo in Italia, non possiamo che essere continuamente influenzati dalla bellezza e dalla storia che ci circonda.
Siamo fortunati, noi italiani abbiamo nel nostro DNA un po' del Brunelleschi, di Michelangelo e di Leonardo, e sul nostro territorio abbiamo le migliori eccellenze mondiali contemporanee del design di moda, arredamento ed automotive.

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