Sabrina Giovannini e Silvia Vercelli

Designer

Sabrina Giovannini e Silvia Vercelli sono due architettesse che condividono da sempre la passione per il design. La loro tesi sull'auto Penny (SUV dal cuore tenero) racconta la storia di una visione nuova ed insolita di questo oggetto la cui concezione è per lo più riservata al mondo maschile. Il loro comune interesse per gli oggetti nasce all'università di Firenze dove hanno conseguito la laurea in Architettura.

 

Dopo una collaborazione con uno studio di design industriale di Montecatini Terme hanno aperto il loro primo studio in un luogo a dir poco insolito... un'antica conceria nel centro di Lucca. Lì è iniziato il loro cammino verso la definizione della propria personalità professionale. Lo spazio dello studio era condiviso da artigiani e decoratori, artisti e fotografi, al numero 14 di via delle Conce nasceva infatti lo Studio 14. Questo luogo ha rappresentato il sogno di poter essere architetti artigiani, di poter potenziare la creatività avendo alla porta accanto qualcuno in grado di rendere molto pratica la teoria estetica degli oggetti immaginati.

 

In seguito gli incarichi pubblici per il Comune di Capannori hanno portato alla luce nuovi aspetti della professionalità relativi agli spazi e al bene comune, inteso come elemento di rigenerazione urbana. È forte in entrambe il desiderio di sottolineare l'appartenenza al luogo che si progetta, per questo ogni progetto è differente.

Da dove nasce la tua passione per il design?

La passione per il design nasce probabilmente dal gioco, da quel momento in cui si viene lasciati soli difronte ad un oggetto e lo si interpreta... magari volendolo modificare, magari volendolo rendere più bello, magari più somigliante a qualcosa che ci ha colpito.
Supporto per screen reader attivato.

Cosa ispira i tuoi progetti?

La natura ispira ogni scelta, anche quando pensiamo che non c'entri niente, alla fine ci accorgiamo che abbiamo immaginato quella forma ricordando un'onda, il profilo di un animale che corre, le dune di sabbia del deserto, immutabili e perfette, la simmetria del muso di un felino.

In che modo la cultura italiana ti ha influenzato?

La bellezza che ci circonda è contagiosa, il Paese in cui viviamo ci assomiglia, nel bene e nel male, anche adesso. La cultura italiana è nella storia delle nostre città, dei nostri borghi, delle nostre campagne... la cultura italiana ci invade... ogni pensiero e forma che comunichiamo, in modo più o meno consapevole è frutto di questo contagio.

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